Quando si deve ristrutturare un bagno il dubbio principale è: fino a che altezza arrivo con le piastrelle?
In preda a questo dubbio amletico, spesso si finisce col fare affidamento alla prima foto che si vede su una rivista, su internet o a quello che dice il piastrellista.
Proviamo allora a vedere insieme quali sono i trend – insieme ai loro pro e contro – delle varie altezze del rivestimento.
1. Fino al soffitto
Significa arrivare fino a 2,70 m di altezza (tranne nel caso di soffitto ribassato col cartongesso, che logicamente è più basso). Tutti i rivestimenti moderni tendono ad arrivare a questa altezza: in questo modo si lasciano omogenee le parti verticali, tutte rivestite, senza vedere il muro per metà con piastrelle e metà con il bianco. Il moderno tende infatti ad essere estremamente lineare. L’ultima moda in tal senso è rivestire le pareti con le lastre, piastrelle cioè lunghe da 2,40 a 3,20 m (a seconda del produttore), che permettono di vedere pochissime fughe nel rivestimento del bagno pur arrivando fino al soffitto. Il vantaggio di questa altezza del rivestimento è la funzionalità: il muro è completamente protetto dall’umidità e dallo sporco. Non avrai mai il problema di dover dare il bianco a 50 cm di bianco sopra alle piastrelle o dover avere a che fare con fastidiose muffe. L’unica parte da curare nel tempo sarà il soffitto.
È l’altezza che avranno probabilmente tutti i bagni in futuro (anche considerando quanto stanno prendendo piede le lastre): se stai facendo una casa moderna pensaci bene prima di scegliere un’altra altezza!
2. Fino all’altezza della porta, l’evergreen
Quando uno è indeciso a quale moda adeguarsi finisce spesso nel mezzo, ovvero a un’altezza che va dai 2 ai 2,2 m, quindi più o meno l’altezza della porta. Quest’altezza permette di giocare sempre parecchio con il rivestimento scelto, proponendo stacchi di colori o di superfici, e di proteggere l’altezza più soggetta a patire l’umidità in bagno (principalmente i due metri d’altezza della doccia). Resterà comunque una fascia di bianco tra le piastrelle e il soffitto. Se hai paura che ti stufi l’idea di arrivare fino al soffitto, questa potrebbe la soluzione che fa per te: è forse la più utilizzata – al giorno d’oggi – in Italia.
3. A metà altezza
In Italia è spesso consigliata (quasi solo) dai piastrellisti, all’estero è invece più caldeggiata anche a livello di moda. Le piastrelle arrivano fino a un’altezza che va da 1,2 a 1,5 m, lasciando liberi di dipingere (o lasciare bianca) la parte sopra. Ovviamente in doccia (per questioni di umidità) e dietro al lavabo (per poter mettere uno specchio in appoggio) l’altezza dev’essere comunque portata fino a metri. In Italia, vista la tradizione ceramica, come dicevo non viene molto apprezzata questa soluzione; all’estero, in Paesi in cui i rivestimenti vengono fatti spesso con altri materiali invece sì. Penso per esempio a bagni in cui il rivestimento consiste esclusivamente di una boiserie in legno dipinto. Immagini simili vengono proposte dalle aziende di ceramica che cercano di strizzare l’occhio al mercato estero.
4. Solo alcune pareti
Possiamo definirla una variante del punto 3, sia per diffusione sia per funzionalità. Con questa soluzione si rivestono solo alcune pareti (quella del lavabo e quella/e della doccia di sicuro), lasciando da pitturare le altre. Anche questa soluzione è più apprezzata all’estero che non in Italia, e deve far ragionare parecchio prima della sua scelta. Nelle immagini che vengono proposte ci sono sale da bagno enormi, che risultano carine con questa disposizione; nella realtà dei fatti pochi bagni possono permettersi una disposizione simile. Sei sicuro che in un bagno 2×2, in cui elettrodomestici e sanitari fanno fatica a stare tutti insieme, sia bello vedere come rivestimento due pareti con piastrelle e due no?
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