Facendo il commerciante, mi è capitato spesso di vendere piastrelle. I dubbi che mi sono stati posti negli anni dai clienti sono numerosi: tuttavia ho provato a raccogliere le sette domande più frequenti, quelle che sembrano accomunare molte persone.
Spero possano essere d’aiuto anche a te per risolvere i tuoi dubbi!
In che materiale sono le piastrelle?
Il pavimento dev’essere in gres porcellanato: è la ceramica più robusta che si possa trovare in commercio. Una volta si usavano invece le monocotture, erano quelle che si consumavano nei punti di maggiore passaggio e che tendevano a macchiarsi facilmente: oggi sono poche le aziende che te le propongono ancora (non ti far convincere da loro!).
Per i rivestimenti le piastrelle si dividono invece equamente tra bicotture e gres porcellanati: quest’ultimi sono più costosi da produrre, ma permettono una più facile gestione logistica ai produttori (la piastrella da pavimento va bene anche per il rivestimento). Per queste ragioni – escludendo la fascia di prezzo più bassa, tutta prodotta in bicottura – troviamo i due materiali con la stessa frequenza e con i prezzi allineati: sentiti libero di scegliere sulla base estetica senza vincolarti al materiale.
Che differenza c’è tra le piastrelle più economiche e quelle più care?
Cambiano innanzitutto gli spessori, che solitamente variano tra gli 8 e gli 11 mm: le piastrelle più economiche sono spesso anche “scavate” sul retro, per risparmiare tutto il possibile sul materiale. Sempre le piastrelle più economiche utilizzano argille più scadenti (“pasta rossa”) mentre quelle anche solo discrete fanno utilizzo del caolino, un’argilla molto pura, che permette la cottura della piastrella a temperature maggiori; su una fascia più elevata di prodotto troviamo infine le piastrelle fatte sì col caolino ma anche con dei coloranti, che hanno il vantaggio di donare alla piastrella un impasto colorato e nascondere così eventuali rotture superficiali che potresti inavvertitamente procurarle in futuro. Last but not least, la tecnica digitale. I modelli più belli delle piastrelle vengono prodotti usando dei nuovi macchinari che permettono di riprodurre vere e proprie fotografie sugli smalti delle piastrelle: più aumenta il costo del prodotto e più solitamente aumentano anche le stampe differenti che troveremo (per esempio un bel legno ceramico contiene più di 50 facce differenti riprodotte con la tecnica digitale).
Le piastrelle rettificate si possono posare senza fuga?
No, no e no. Buona parte delle aziende lo scrivono su tutti i cataloghi e su tutte le scatole per cercare di farlo entrare bene in testa: le piastrelle non si posano mai senza fuga. È vero, le piastrelle rettificate si potrebbero tranquillamente mettere una contro all’altra, hanno i bordi tagliati di netto: il problema è però l’assestamento della casa. Se ci fosse anche solo un minimo movimento strutturale (prima o poi ci sarà!), se le piastrelle hanno una fuga riusciranno ad assorbire il movimento della struttura, in caso contrario creperanno. Si deve sempre mettere una fuga minima di 2 mm.
Conta a qualcosa il made in Italy?
Decisamente sì, perché siamo il Paese che lavora con lo standard qualitativo più alto per quel che riguarda le piastrelle. Escludendo la Cina, da cui sono uscite in passato alcune partite di piastrelle poi ritirate perché contenenti sostanze cancerogene, le maggiori importanzioni le abbiamo da Spagna e Turchia. Tuttavia da entrambi i Paesi importiamo molte piastrelle fatte con argille molto economiche e scadenti: te ne accorgerai tu stesso guardando lo spessore della piastrella…se tende al rosso è una piastrella fatta con materiali economici, se invece è grigia chiara può essere paragonata ai prodotti di qualità made in Italy. Spesso le piastrelle importate appartengono al primo gruppo o sono una via di mezzo.
È vero che le piastrelle lucide sono più fragili?
Sì, sia la lappatura sia la levigatura della piastrella sono delle lavorazioni che consistono nell’asportazione della parte più superficiale dello smalto della piastrella, che risulterà così più soggetta a danneggiamenti (p.e. righe dovute a ghiaia sotto la scarpa) e risulterà meno idrorepellente (assorbendo di più, potrebbe anche macchiarsi più facilmente). Attenzione: sulla fascia più economica di prodotti vengono utilizzati degli smalti lucidi che, pur non avendo le controindicazioni delle due lavorazioni descritte in precedenza, tenderanno a risultare “consumati” (opacizzati) nelle zone di passaggio.
Le piastrelle rettangolari (per esempio gli effetti legno) sono imbarcati?
Parlando ovviamente di prodotti di prima scelta, assolutamente no. Per legge la planarità della piastrella può avere una tolleranza massima del 5%, ma in realtà quasi sempre è di molto inferiore. Per ottenere risultati migliori nella posa, si consiglia di posare i formati lunghi almeno 80 cm sfalsati massimo di 15-20 cm. Chiedi inoltre al tuo posatore di utilizzare il sistema Raimondi Leveling System (link).
Devo scegliere le piastrelle per l’esterno di un locale pubblico: cosa prescrive la legge in merito all’antiscivolo?
Mentre i rivenditori ti parleranno di R11 e R12 (spero non ti abbiano proposto gli R10, veramente poco antiscivolo) la legge è rimasta indietro anni luce e prescrive come unico obbligo il coefficiente di attrito dinamico, misurato con il metodo A BCR Tortus, pari almeno a 0,40. A prevederlo è la L 13/89 e il successivo Decreto Ministeriale 14/06/89, n° 236. Quella prescritta dalla legge è una misurazione differente rispetto a quella che viene spiegata solitamente nei negozi, pertanto dovrai chiedere che la piastrella risponda al requisito che interessa a te.
Ti sono rimasti altri dubbi sulle piastrelle? Puoi approfittarne lasciando un commento, ti risponderò subito per risolvere il tuo dubbio.
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