Quando visiti una città che non conosci, la deformazione professionale ti porta a volte ad analizzarla da una prospettiva diversa da quella da cui la guarda la gran parte delle persone. Lo scorso mese sono stato qualche giorno a Parigi e così, oltre alla Tour Eiffel e alle boulangerie, ho cercato di notare tutti quei dettagli che hanno a che fare con il lavoro che faccio.
SUPERFICI
Nei locali e negli edifici di pregio c’è una grandissima presenza di marmo, molto più di quanto siamo abituati in Italia. È forse la finitura più apprezzata in assoluto. Anche i locali commerciali spesso fanno uso di piastrelle in ceramica che emulano il marmo. Edifici importanti con qualche anno alle spalle fanno tanto uso anche della pietra (vedi il Louvre). Bene anche il parquet. La ceramica, nella pavimentazione, punta a emulare questi materiali.
I rivestimenti traggono invece spesso ispirazione dalla metro. Come tutte le metro europee di inizio Novecento, anche Parigi ha le fermate della metro rivestite con piastrelle di piccolo formato rettangolare, bianche lucide, diamantate. Sempre i formati piccoli hanno grande successo nei bagni.
BAGNI
Uscendo dal luogo comune del bidet (i ragazzi francesi lo ritengono “da vecchi”) è innanzitutto interessante notare che in Francia il bagno raramente si è evoluto in luogo di rilassamento e benessere. Rimane infatti spesso come un luogo che assolve solo al suo scopo funzionale. Cosa comporta questo? Nella capitale parigina spesso i bagni sono piccoli (presumo non ci sia una normativa sulle superfici minime del bagno o quanto meno sia recente e gli edifici del centro non abbiano così avuto modo di adeguarsi), spesso ciechi e non molto curati esteticamente.
Ad ogni modo anche in Francia la doccia ha sdoganato la vasca da bagno. I rivestimenti del bagno raramente attirano l’attenzione con contrasti e cambi cromatici: è più facile vedere soluzioni più neutre che fanno da sfondo, per l’appunto, alla parte funzionale del bagno.
VERSAILLES
È uno degli elementi più importanti al mondo per quel che riguarda le finiture interne, una visita è d’obbligo per chiunque sia interessato all’argomento. Elsie de Wolfe, prima interior designer della storia, cento anni fa scriveva il suo saggio “The House in Good Taste”, in cui si soffermava a lunghi tratti su Versailles. Lo stile “Maria Antonietta” era quello più in voga negli Stati Uniti fino a qualche decennio fa. Stile che in Francia nasceva nel Settecento, mentre gli Stati Uniti erano ancora alle prese con la proclamazione d’indipendenza.
Proviene proprio da Versailles l’importanza dell’oro come finitura per l’interior design. Se ancora oggi si vedono abitualmente rubinetti, maniglie e molto altro in oro lucido, buona parte del merito è di questa cittadina francese.
MUSEO DEL LOUVRE
Per gli appassionati di interni, anche il museo del Louvre regala molte sorprese. C’è per esempio una bella esposizione di piastrelle antiche nell’area dedicata all’Impero Ottomano: tra il 1530 e il 1850 infatti questo Impero avviò un’importante produzione di piastrelle in ceramica – già iniziata nei decenni precedenti – ispirate alle decorazioni dei monumenti Ottomani. Il formato era spesso esagonale (formato in voga già dal Quattrocento), i colori sgargianti e con disegni fortemente decorativi. Oltre all’esagono, andavano in voga il triangolo, la losanga e la stella. Il formato quadrato sarà utilizzato solo in una seconda fase, a partire da metà Cinquecento in poi. Queste piastrelle sono molto simili a quelle che oggi noi in Italia chiamiamo maioliche e in Portogallo azulejos. Nella prima fase, in particolare, furono le città di Iznik e Kutahya (oggi in Turchia) a dedicarsi maggiormente alla produzione di piastrelle. Le piastrelle venivano spesso utilizzate per la base delle volte delle moschee, dei mausolei o dei palazzi, ma anche per abbellire la zona del mihrab e dei serramenti.
STREET ART… FATTA DI PIASTRELLE
Quello che mi ha più stupito è stata però la street art. Nell’ultimo giorno in cui ero a Parigi mi sono preso qualche ora per andare a vedere un’opera di Banksy che è stata attentamente conservata e il XIII arrondissement, luogo di bellissimi murales. Quello che più mi ha colpito è stata però un’opera di Invaders, artista francese che realizza opere con mosaici e piastrelle. L’opera rappresenta Dr. House in stile pixel art: l’effetto è dato dal fatto che l’ha creato utilizzando piastrelle. In realtà Parigi è piena di piccole opere qua e là di Invaders. Passeggiando per la città si potranno trovare, alzando appena la testa, oggetti o personaggi famosi ricreati con mosaici di ceramica. Che spettacolo!