Il parquet è una pavimentazione fatta di legno, il cui strato superficiale dev’essere di almeno 2,5 mm. È la pavimentazione per eccellenza da sempre, ma negli ultimi anni ha avuto tanta concorrenza dai vari materiali che lo emulano, siano essi plastici o ceramici. Mi sono accorto in questi anni di non aver dedicato sufficiente spazio al parquet su questo blog e allora, a partire da oggi, dedicherò alcuni post di approfondimento a questo meraviglioso materiale.

ROVERE – La prima scelta da fare quando si parla di legno è l’essenza. Quella che va per la maggiore è il rovere, che non solo è spesso apprezzata per l’estetica, ma ha ottime proprietà che gli consentono di essere montato in tutte le stanze (compreso il bagno) e di essere adatto al riscaldamento a pavimento. Oggi quasi tutto il mercato residenziale si sviluppa su plance in multistrato, composte cioè da vari strati di varie essenze. Il vantaggio principale del multistrato consiste nella maggiore stabilità della plancia. Se ha due strati il parquet può solo essere incollato, se invece ha tre strati può anche essere posato flottante.

FLOTTANTE O INCOLLATO – Il parquet flottante viene appoggiato su un tappetino, senza andarlo a incollare in alcun modo. Viene scelta solitamente dagli amanti del naturale, per evitare di dover utilizzare prodotti chimici per incollare il pavimento: tuttavia la posa flottante farà sempre suonare un po’ a vuoto il parquet quando ci cammini sopra. Nel caso di posa flottante – se si vuole limitarsi questo rumore – è quindi consigliabile non limitarsi al solito tappetino in polietilene espanso ma piuttosto a un tappetino reticolato fisico o addirittura a una gomma pesante. Se hai il riscaldamento a pavimento, tieni in considerazione che la piccola intercapedine d’aria che si forma tra massetto e parquet è un isolante naturale: ti peggiorerà (leggermente) le prestazioni del riscaldamento. La posa incollata, invece, va ovviamente a colmare questi gap: il parquet suonerà sempre pieno e sarà quindi più piacevole il feedback che si ottiene camminandoci su. Migliora anche le prestazioni con riscaldamento a pavimento. Se sei uno dei sopracitati “amanti del naturale” puoi scegliere un collante silanico, che evita buona parte delle sostanze chimiche che si possono trovare in altri tipi di collanti (solventi e isocianati, per citarne due).

Ambientazione di Boen

OLIO O VERNICE – Ho escluso la cera, oggi solitamente si vedono più parquet oliati e verniciati. Quale delle due finiture è meglio? In passato il verniciato dava un aspetto più innaturale al parquet ma oggi questa differenza estetica è completamente sparita. Sfido chiunque a distinguere un parquet verniciato da uno oliato dal punto di vista estetico. Anche i composti chimici utilizzati per le vernici sono decisamente migliorati, ma per questo tema ti consiglio di accertarti che il parquet sia di qualità (ne parlerò meglio in un futuro post). Il parquet verniciato richiede di norma meno manutenzione e tende patire meno le macchie (e per questo è quello che mi capita di vendere più spesso in negozio). Il parquet oliato è la scelta preferita dagli “amanti del naturale”, ma che richiede più attenzione: sia perché una volta ogni sei mesi dovrai rinvigorire l’oliatura superficiale, sia perché nel vivere il pavimento tenderà a cambiare con più facilità. Se entrerai con una scarpa col tacco, ogni passo lascerà il segno. C’è chi lo vede come un problema, ma io onestamente lo ritengo un pregio: fa parte del legno il fatto di cambiare insieme a noi, col passare del tempo. Altrimenti sceglieremmo una piastrella. La finitura oliata ha il grande vantaggio di poter essere ripristinato localmente in caso di danni superficiali.

HO UN CANE CHE VIVE (E CORRE) IN CASA – Richiesta che sento sempre più spesso e che disorienta nella scelta: se ho un cane in casa, scelgo un parquet oliato o verniciato? Dipende dal cane. Se è grande e quindi le unghie sono potenzialmente più dannose per il pavimento, è meglio optare per la finitura oliata: in questo modo quando il parquet dovesse essere troppo segnato in qualche punto, sarà possibile intervenire per ripristinarlo. La finitura verniciata tenderebbe invece a evidenziare numerosi micrograffi dopo un po’ di tempo. Scegliendo l’oliato però ci vorrà una grandissima attenzione: è vietata in modo assoluto la pipì del cane in casa. Se non sei sicuro di poterla evitare, piuttosto scegli il verniciato.

PENTACLOROFENOLO – Fortunatamente sempre più persone dedicano attenzione al tema della salute. Ecco allora che devo parlarti di alcune sostanze. La prima, che va demonizzata nel modo più assoluto, è il pentaclorofenolo. Partiamo con una premessa: poche righe più giù ti dirò che il pentaclorofenolo, nei parquet di qualità, non lo trovi. Quindi leggi sereno quanto sto per scrivere. Il pentaclorofenolo è una sostanza utilizzata come insetticida e fungicida, che può causare effetti dannosi a carico del fegato, reni, sangue, polmoni, sistema nervoso centrale, sistema immunitario, tratto gastrointestinale; può portare addirittura a neoplasie maligne e a tutta un’altra serie di cose che ti lascio leggere qui su Wikipedia. Perché ti ho detto di stare sereno, se il parquet può portare a tutte queste cose? Perché fortunatamente sono tante le aziende che certificano il loro rovere esente da pentaclorofenolo. Lo trovi riportato in modo molto chiaro sulla scheda tecnica. Può esserne completamente privo, con basse concentrazioni o addirittura con alte concentrazioni (in questo caso dev’essere riportato accanto alla certificazione CE del prodotto). Inutile dire che devi cercarlo completamente privo di pentaclorofenolo se sei attento alla salute della tua famiglia.

FORMALDEIDE – Spesso si dedica più attenzione a questo componente che al pentaclorofenolo. La formaldeide è un gas che sopra a una certa concentrazione è cancerogeno, tanto che in Europa ogni prodotto contenente formaldeide dev’essere certificato E1 (che rilascia cioè una quantità inferiore a quella con cui il componente può essere cancerogeno). Partiamo dalla brutta notizia: non esiste un parquet esente da formaldeide. Anche se eviti di incollarlo, anche se lo scegli massello. E perché? Perché la formaldeide si forma anche in modo naturale dal legno. Ma non c’è da preoccuparsi di questo, perché c’è la notizia positiva: le emissioni naturali del legno sono talmente minime che possono traaaaanquillamente essere trascurate. Se sono giorni, settimane o mesi che stai cercando il parquet senza formaldeide ti tocca mettere il cuore in pace: innanzitutto perché in Europa esiste solo la classificazione E1, quindi non ce n’è una che certifica l’assenza di formaldeide. E se qualcuno ti sta dicendo che il suo parquet è completamente esente da formaldeide ti sta raccontando una favola per venderti il suo prodotto. Se la formaldeide ti mette ugualmente apprensione, puoi pensare di lasciare il parquet in un locale aerato per un paio di settimane prima di montarlo in casa (cosa che probabilmente ha già fatto chi te l’ha venduto). Piuttosto che pensare alla formaldeide concentrati sul pentaclorofenolo, quello è molto meno normato ed è altrettanto pericoloso!

Arriviamo quindi ai pro e ai contro di un pavimento in parquet.

Ambientazione di Boen

PRO DEL PARQUET – Il parquet è la miglior scelta per chi cerca un materiale naturale. È bello, piacevole e caldo. Nella versione verniciata non richiede troppe attenzioni e se ci si affida a produttori validi si può avere un prodotto molto salutare ed anche eco-sostenibile.

CONTRO DEL PARQUET – Non è una piastrella, e questo va capito. C’è chi lo apprezza e chi no. È un materiale soggetto a cambiamenti nel tempo, a rigarsi, a usurarsi. Per alcune persone è un pro, per altre un contro. Ma d’altra parte è l’unica ipotesi di “contro” che posso mettere in questo paragrafo. Altri contro esistono solo nel caso di parquet di scarsa qualità o di dubbia provenienza, ma di questo ne parlerò meglio in un altro post.

COSA CAMBIA TRA UN PARQUET DI QUALITÀ E UNO ECONOMICO? – Ne ho parlato in quest’altro post: clicca qui per leggerlo!

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