C’erano una volta le piastrelle di cemento e graniglia. Spesse 4-5 cm, le abbiamo sempre usate per i nostri pavimenti esterni, con il vantaggio di poterle montare anche galleggianti, quindi appoggiate semplicemente su dei piedini di plastica con il vantaggio di poterle rimuovere facilmente.
Poi arrivò il gres porcellanato. È infatti un paio d’anni che sono uscite le prime piastrelle da esterno spesse 2 cm, utilizzabili esattamente come le graniglie. Puoi utilizzarle sopra ai soliti piedini di plastica, puoi utilizzarle semplicemente appoggiate su ghiaia, erba o sabbia per creare camminamenti, o puoi normalmente incollarle. Rivediamo un breve riepilogo dei sistemi di utilizzo nell’immagine qua sotto, creata da Supergres.
Ormai una buona parte delle aziende di ceramica ha creato diverse collezioni, quindi la scelta è molto ampia. Il formato base – che tutti producono – è il 60×60: troviamo effetti cemento, legno e pietre. Più interessanti però i formati più grandi, più importanti e belli esteticamente. Supergres per esempio produce la collezione Stonework nel formato 60×120: nella foto qua sotto vediamo la loro pietra di Lugnez proprio nella sua versione più grande.
Molto belli anche gli effetti legno, solitamente riprodotti nel formato 40×120: annoveriamo in questa categoria Treverkmade di Marazzi (nella foto sotto) e Aequa di Castelvetro.
Certo, a livello di estetica la differenza rispetto alle piastrelle di graniglia è piuttosto evidente. Anche a livello funzionale il gres porcellanato è un altro pianeta, è una piastrella eterna. Allora perché la graniglia ha ancora un mercato maggiore? Per due ragioni: innanzitutto perché il gres da 2 cm è un prodotto nuovissimo e, in quanto tale, ha bisogno di essere conosciuto, pubblicizzato e posato da un po’ di persone prima di poter diventare popolare; in secondo luogo per il costo. Se le piastrelle di graniglia si possono trovare tranquillamente sotto ai 10€/mq, quelle in gres porcellanato partono solitamente dai 40€/mq e vanno a salire.
Lascia un commento